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Autore Contributo del cinema francese nella creazione di un'identità del cinema europeo. L'idea di AUTORE.
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:29  
Sarò stringato anche stavolta. Il mio interesse non è di scrivere un trattato anche solo minimamente esaustivo su un argomento, figuriamoci se ne potrei essere capace.
Io mi limito a dare degli input, trascrivendo alcuni appunti che ho preso durante una lezione, organizzata dalla Cineteca di Bologna e tenuta dal prof. Guglielmo Pescatore, dal titolo "Identità nazionale e identità europea nel cinema francese degli anni '20".

Scusate se è scritto un po' da cani, ma del resto da me che vi aspettate?

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:30  
Nel primo Dopoguerra, in Francia avvengono delle cose rilevanti: durante il periodo bellico, si verifica in tutto il Paese un enorme aumento della quantità di sale cinematografiche e di schermi di proiezione. Sicuramente le cause di un tale incremento vanno ricercate nel fatto che il cinema è l'unico medium su cui appaiono immagini della guerra. I documentari e le riprese di guerra sono al centro dell'attenzione di tutta la popolazione, ed è dunque grazie a questa sempre crescente richiesta che aumentano sproporzionatamente i luoghi di proiezione.
Si venne a creare così una poco piacevole situazione, proprio nell'immediato dopoguerra: all'enorme bacino di sale e di pubblico, si contrapponeva una disarmante scarsità di risorse, sia materiali che culturali, che unita al problema dell'oscurantismo e alle numerose difficoltà nell'andare a teatro, creava nell'ambiente cinematografico francese un vuoto quasi incolmabile. C'era un forte bisogno di altro, di un qualcosa che riuscisse a tirar fuori dai ricordi e dalle tragedie della guerra del materiale che potesse suscitare un minimo di interesse culturale.
La situazione è perfettamente inquadrata in una frase di Colette, che scrive: "versavamo in una condizione di miseria terribile, avevamo voglia di lusso".
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:30  
E' così che negli anni Dieci il cinema americano riesce a colonizzare i cinema europei (nel 1917, nel 95% delle tantissime sale presenti sul suolo francese erano proiettati film statunitensi). I motivi sono molteplici, e tutti abbastanza facilmente individuabili: primo fra tutti, il fatto che la grossa produzione statunitense riuscì a riempire la quantità spropositata di sale. Ma naturalmente ciò accadde anche perché il cinema americano riusciva a dare quelle immagini di lusso, di piacere, di benessere tanto desiderati dai francesi (basti pensare a cosa poteva rappresentare lo sfarzo di un film di De Mille in quella determinata situazione). In più, il cinema americano era più avanzato anche dal punto di vista stilistico e linguistico; il cinema francese degli anni Dieci (più arretrato anche di quello italiano, che all'epoca seguiva la poco concludente strada delle dive) era concentrato per lo più su melodrammi borghesi, sulla costruzione di storie di tipo paratattico, su film composti da una serie di quadri accostati, con lunghe didascalie ed un uso sistematico delle lettere come mezzo per far leggere allo spettatore quello che (ancora) non gli si poteva far ascoltare. E' facile immaginare, dunque, le reazioni di un pubblico così abituato di fronte ad un film di Chaplin o dello stesso De Mille.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:30  
Del resto, quello che si nota nei primi anni Venti è proprio una straordinaria ammirazione per il cinema americano, che riesce a portare al cinema i migliori intellettuali francesi (Delluc, Colette, Epstein, ...). Nasce così, nelle menti più fervide del Paese, il problema di una via francese di rinnovamento del cinema, l'idea di un cinema che deve essere francese, e che pertanto non può seguire pedissequamente la strada americana, anche se quest'ultima dev'essere d'esempio per le nuove generazioni di cineasti.
Nasce così l'avanguardia francese. Si crea una sorta di repertorio, di stilemi d'avanguardia e di pratiche tecnico-linguistiche. L'avanguardia non è affatto un movimento a margine della produzione istituzionale, è tutto il cinema francese che cambia. L'innovazione, sul piano tecnico-linguistico, si riscontra in tutta una serie di tecniche di ripresa, tra cui l'utilizzo sistematico del movimento di macchina, l'uso frequente delle immagini soggettive, la scarsa attenzione alla suddivisione in quadri e sequenze, a vantaggio della fluidità e del flusso narrativo, lo sfruttamento delle possibilità offerte dalla macchina da presa: variazioni di velocità (ralenty, accelerazione), sovrimpressioni, ... (Evidentemente è stretto il rapporto di causa-effetto con la nascita del movimento del cinema impressionista francese, che ha come scopo appunto quello di rendere l'impressione immediata del soggetto).
Accanto a tutto ciò, bisogna tener conto della forte ricerca di realismo, apparentemente lontana dalla ricerca di effetti vista in precedenza.

Per avere un riferimento concreto delle innovazioni tecnico-linguistiche, si veda, a titolo di esempio, Coeur fidèle, di Jean Epstein.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:30  
L'IDEA DI AUTORE
Secondo alcuni (Bordwell su tutti) quello che si viene a creare è un serbatoio di stilemi, uno stile internazionale indistinto; tuttavia questa è una teoria che non tiene conto di un concetto fondamentale e caratteristico del cinema europeo: l'idea di autore.
Nel cinema italiano, già negli anni Dieci si era andata formando una certa idea d'autore, ma per lo più grazie alla presenza nelle produzioni cinematografiche di letterati (D'annunzio, Verga, ...) che avevano già ottenuto lo statuto d'autore in altre discipline.
Ulteriore emergenza nella rifondazione del cinema francese era dunque l'esigenza di un'idea autoriale. Un autore visto come colui che può cambiare il cinema. Idea strettamente legata al concetto di cineasta, che per Delluc indicava non solo il regista, ma chiunque contribuisse alle fasi realizzative del film, ma anche a quelle critiche.
Quella che si afferma non è tanto l'idea di un autore che usa gli strumenti già a sua disposizione, ma piuttosto di un cineasta che inventi, che costruisca una propria posizione e una propria poetica.
Seguendo questo flusso di idee e di pensieri, si potrebbe notare una contraddizione: da un lato, si fa un passo avanti con la volontà di autori che inventino mezzi e tecniche propri, dall'altra si vuole fare invece una sorta di passo indietro, quando si teorizza che il cinema è sè stesso e dev'essere mostrato dall'autore, dev'essere scoperto. Ma questa contraddizione si rivelerà quanto mai fertile.
Viene così fuori una coscienza forte di un'autonomia del cinema, di un'arte con una forma a sè stante, con proprie regole e una propria essenza.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:31  
Immagini dunque soggettive, filtrate attraverso un soggetto. E' questa la questione messa al centro dai teorici del nuovo cinema; mentre nel cinema americano l'immagine è sempre funzionale a raccontare una storia oggettiva, nel cinema francese - e poi europeo - il fulcro diventa la costruzione di questo filtro soggettivo, e l'idea di autore si sviluppa intorno a quella di soggetto.
E' un cinema che non mira ad una sorta di riconoscimento immediato, ma a mostrare i limiti della filmabilità, a fare qualcosa di impensabile, a scoprire il nuovo per creare un nuovo discorso cinema.
In questa visione, quello francese e poi quello europeo diventa un cinema che non ha paura di dire "io", il film è la manifestazione di "qualcosa che sono io".

Si viene veramente a formare una peculiarità che va definendosi negli anni, e che sarebbe riduttivo chiamare francese, anche se il cinema francese ne è centro e motore di spinta; questapeculiarità è evidente, e risiede proprio in questo forte collegamento tra l'uso di elementi tecnico-linguistici, spesso molto innovativi, e l'idea di un filtro soggettivo da applicare alle immagini e ai film.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-04-2005 18:31  
Dopo la Nouvelle vague, che riproporrà un discorso per molti versi simile (per alcuni di più - penso a Chris Marker, e soprattutto a La jetèe - , per altri meno) a quello degli avanguardisti degli anni Venti, la scoperta del nuovo diventa man mano sempre più scoperta narcisistica; l'idea di autore si fa sclerotizzata, e si identifica una figura di autore come depositario di un sapere e di una visione ultima su tutto.
L'idea di autore comunque resta centrale, e tale è rimasta fino ad oggi. Si pensi, ad esempio, ad un film come Amelie, dove traspare l'idea di rimandare ad un sè autore e di creare un rapporto col pubblico. Ma questa intenzione tradisce l'idea di una strizzata d'occhio verso la macchina, di uno scendere a patti, di un dichiarare "io sono come voi pubblico, e voi siete come me", di un ricercare, insomma, quel riconoscimento immediato aborrito dall'avanguardia e - ancor più - dalla Nouvelle.

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 20-04-2005 22:00  
Quindi, in conclusione, l'autore (francese di oggi) non rinnega sue origini e radici.

A parte questa misera deduzione, è un thread di appunti molto interessante.
(Comunque, a onor del vero e dell'estetismo, le opere di de Mille erano delle produzioni immani, lussuose, nobili, sfarzose e affascinanti come un quadro del romanticismo. Così accademiche, dall'immagine lustra, dalla trama epica e stereotipata... così moraleggianti...
Ma questa è, naturalmente, un'idea soggettiva.)

Tornando a noi, voglio solamente disquisire su un punto del tuo thread: il mio sarà anche un intervento avanguardistico o - paradossalmente - generalizzante, ma la soggettiva e il soggettivismo (non solo nell'avanguardia francese ma, oggettivamente, nella tecnica cinematografica in generale) non sono - individualmente - fattori linguistico-espressivi?
Dico questo perchè in un capitolo dei tuoi appunti li differenzi e ne enfatizzi l'unione.

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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 21-04-2005 10:36  
in effetti l'idea di soggetto è strettamente legata all'idea di autore.
ma provando un po' a generalizzare, non so bene se sto uscendo dall'argomento, un autore è colui che usa un linguaggio personalizzandolo e dandogli un proprio stile riconoscibilissimo, quindi non solo è soggettivo, ma anche unico.
non sempre facile da capire,apprendere e appprezzare, ma questo non deve essere nemmeno escluso.
nel cinema americano, come giustamente dice sandrix è più semplice riscontrare un autore perchè i linguaggi sono standardizzati, la grande maggioranza dei film di un tempo come quelli di oggi,erano materiale per riempire sale e coprire spettacoli, non avevano nessuna particolarità stilistica proprio perchè la mano dell'autore non doveva sentirsi, ( ma ci sono sempre eccezioni e discorsi particolari da fare) in Europa è sempre stato diverso, forse proprio per i secoli di storia e cultura che si hanno alle spalle, una volta che il cinema è stato riconosciuto come arte sono arrivati gli autori (generalizzo sempre eh) con inventiva, soggettività, qualcosa da mostrare o interpretare e via dicendo.
Riguardo allo scoprire o l’inventare, anche quello dipende dai casi: Griffith inventò molte cose, e altri cominciarono ad usarle in modo creativo approdando a nuove conquiste, non è tanto la prima volta che si inventa “qualcosa” , ma come, spesso, le scoperte siano casuali e acquistino significato con l’uso successivo che se ne fa.


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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 21-04-2005 10:38  
quote:
[i]In data 2005-04-20 18:29, sandrix81 scrive:

ma del resto da me che vi aspettate?




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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 21-04-2005 11:12  
aggiungo una cosina, che può sembrare stupida ma che probabilmente aiuta molto a capire la differente concezione della figura dell'autore tra Europa e Stati Uniti (ma non solo gli USA).
Cito direttamente da qui:

Il diritto morale protegge alcuni diritti sull'opera a difesa della
personalità dell'autore. I diritti morali sono indipendenti dai diritti
economici e garantiscono, senza limiti di tempo, all'originale creatore di
un'opera i diritti

- di rivendicare la paternità della propria opera (Diritto di paternità e di
anonimato);
- di impedire ogni distorsione, mutilazione o altra modifica dell'opera, o
qualsiasi altra azione derogatoria che possa pregiudicare il suo onore o la
sua reputazione (Diritto all'integrità dell'opera) che in pratica sancisce
anche il diritto di replicare alle critiche;
- di decidere se pubblicare o meno la propria opera e di ritirarla dal
commercio (Diritto di pubblicazione e Diritto al ritiro dell'opera dal
commercio), che, diversamente dagli altri, vengono meno con la morte
dell'autore.

Se il copyright americano e il diritto di sfruttamento economico possono
essere trasferiti dall'autore all'editore, i diritti morali nascono dalla
credenza che ogni lavoro creativo includa la personalità e il carattere
dell'autore, quindi non sono trasferibili e possono permanere dopo la morte
dell'autore.
La distinzione tra diritti morali dell'autore su un'opera e diritti di
utilizzazione economica dell'opera stessa è stata sancita nel 1886 nella
Convenzione di Berna. I diritti morali sono applicati da un centinaio di
stati, tra cui quelli membri dell'Unione Europea, ma NON sono stati
ratificati
dagli Stati Uniti [Dati aggiornati al 2003]. Il testo integrale e
aggiornato della Convenzione di Berna è reperibile all'indirizzo
http://www.law.cornell.edu/treaties/berne/overview.html I diritti morali
sono codificati nell'articolo 6bis.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 21-04-2005 alle 11:12 ]

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
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Da: Ferrara (FE)
Inviato: 21-04-2005 11:19  
A mio parere l'idea di autore e di soggetivismo è un po' discriminatoria.
Ma non mi vorrei sbagliare...
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
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Da: latina (LT)
Inviato: 21-04-2005 11:19  
sta cosa alla fin fine è tristissima, per legge morale e non, non si posso tagliare, distorcere e via dicendo i film, ma con ricatti morali e non si possono costringere gli autori ad auto imporsi censure tagli e quant'altro
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ilaria78

Reg.: 09 Dic 2002
Messaggi: 5055
Da: latina (LT)
Inviato: 21-04-2005 11:20  
quote:
In data 2005-04-21 11:19, paolo14 scrive:
A mio parere l'idea di autore e di soggetivismo è un po' discriminatoria.
Ma non mi vorrei sbagliare...



amplia il discorso, io da brava capretta, non ho capito
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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
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Da: Ferrara (FE)
Inviato: 21-04-2005 11:25  
quote:
In data 2005-04-21 11:19, ilaria78 scrive:
sta cosa alla fin fine è tristissima, per legge morale e non, non si posso tagliare, distorcere e via dicendo i film, ma con ricatti morali e non si possono costringere gli autori ad auto imporsi censure tagli e quant'altro




Va be', ma è una questione di mercato, di marketing cinematografico.
Che poi, a onor del vero, l'etica e il moralismo non vanno d'accordo con le necessità economico-produttive di quella che è, a tutti gli effetti, anche una vera e propria industria.
E' un dato di fatto. Grave, immmorale, anche triste se vuoi, ma bisogna prenderne atto con estrema oggettività.
Oppure fingere di non esserne informati, vivere in una realtà-non realtà surreale più che virtuale...


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